Abituati (o almeno così crediamo) ai ritmi frenetici delle nostre giornate, dove tutti gli impegni sono calcolati ed organizzati al millesimo, dove la qualità del tempo è direttamente proporzionale al numero di cose che riusciamo a fare, alle volte con straordinarie abilità di multi-tasking, quello che vi sto per proporre vi sembrerà pazzesco e poco sensato, nella migliore delle ipotesi: sdraiatevi a terra ogni giorno. Sì avete capito bene, ogni giorno raccogliete un po' di tempo e semplicemente rimanete sdraiati sul pavimento, inizialmente potranno essere solo pochi minuti, ma sono sicura che piano piano vorrete voi stessi aumentare questo tempo magari per arrivare a 10/15 minuti, o fino a quando ne sentirete il bisogno. Nella pratica Yoga questa posizione prende il nome di Savasana, posizione del cadavere (in Sanscrito "Sava"=cadavere), e solitamente viene eseguita a conclusione di ogni pratica, apparentemente solo per riposare il corpo dal lavoro delle asana. In realtà i suoi benefici vanno ben oltre il semplice riposo muscolare, coinvolgendo la mente e significati molto più profondi.
Innanzi tutto, solo il semplice fatto di trovarsi distesi sul pavimento, anzichè sul letto o su un divano, genera una predisposizione interiore nuova, probabilmente derivante proprio dalla messa in discussione di certi schemi o abitudini che andiamo ad infrangere con questa azione, infatti, trovarsi sdraiati a terra è un esperienza decisamente inusuale per la maggior parte di noi.
Il supporto del pavimento, ci mette in contatto più direttamente con l'elemento Terra, elemento della stabilità e della fermezza, così con il passare dei minuti, lasciando che ogni parte del corpo, ogni muscolo si arrenda a tale immobilità, divenga libero di abbandonarsi e di farsi più pesante, quella stessa stabilità viene trasmessa ad ogni cellula e ad ogni nervo. L'impressione che si può avere è quella di tanti minuscoli granelli all'interno del corpo che, vibranti a causa della tensione accumulata nella giornata, piano piano trovano un posto dove cominciare a poggiarsi, vibrando sempre più lentamente, sempre più impercettibilmente fino a ritrovarsi completamente immobili, come depositati anche essi sul pavimento.
Questa immobilità, in apparenza solo fisica, si trasmette in verità alla mente, i pensieri rallentano la loro corsa, il respiro diviene più regolare e sempre più sottile un vero e proprio massaggio per i nostri poveri nervi messi alla prova dalla vita di tutti i giorni.
Credo, tuttavia, che il maggiore beneficio che possiamo trarre da questa pratica vada ben oltre gli effetti appena descritti, già di per sè auspicabili: Savasana è un vero e proprio elogio al Non-Agire. Non agire significa non intervenire, significa assaporare il momento per quello che è, senza tentare di modificarlo, convinti che non serva altro perchè quel momento sia completo. Riuscite a comprendere l' enorme sforzo di volontà che ciò ci richiede, in una cultura in cui anche i momenti di svago e relax sono all'insegna dell'attività e del "fare qualcosa"? Proprio per questo Savasana è una delle posizioni più difficili da eseguire, sebbene apparentemente semplice dall'esterno. Vi basterà provare pochi minuti per accorgervi che inizialmente la mente troverà mille motivi per rompere l'immobilità, si aggrapperà ad ogni sensazione, ad ogni piccolo prurito o disagio per convincervi che è arrivato il momento di fare e di cambiare qualcosa, in poche parole di intervenire. La mente non ama rimanere da sola con sè stessa, ricerca sempre qualcosa a cui aggrapparsi, qualcosa che la tenga impegnata, per non trovarsi faccia faccia con il mondo interiore.
Come ho accennato, non agire non è sinonimo di passività anzi, nel primo caso si richiede un buon livello di consapevolezza e intenzionalità, la mente deve rimanere tranquilla ma vigile, sia l'agitazione che il torpore vanno superati, e quando i pensieri si calmano finalmente la consapevolezza può espandersi, più capace di accogliere e notare tutto ciò che emerge nel presente, nel momento stesso in cui tutte le attività cessano. Il maestro Yoga B.K.S. Iyengar ha definito Savasana "l'arte del rilassamento consapevole", dove quest'ultimo non deve essere qualcosa di cercato o un obiettivo da raggiungere, ma un piacevole effetto collaterale che arriva nel momento in cui lasciamo andare e rinunciamo ad intervenire.
Ecco alcuni consigli:
- Scegliete un posto dove potete avere spazio per sdraiarvi liberamente, in modo che il pavimento sia l'unica cosa con cui siete in contatto
- Mettetevi a terra supini, con le ginocchia piegate controllando l'allineamento prima di distendere le gambe
- Lasciate i piedi cadere ai lati, lasciate ogni muscolo ammorbidirsi
- Lasciate che gli occhi diventino fermi e pesanti dietro le palpebre (potete aiutarvi con un piccolo cuscino per gli occhi, eye-pillow)
- Assicuratevi che la pelle del viso sia tranquilla
- Fate gli ultimi aggiustamenti e poi rimanete completamente immobili.....

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